I Protagonisti della fusione democratica

Come due nuclei atomici, isotopi dell’Idrogeno, che forzati a stare molto vicini, si fondono in un unico nucleo, così sembra essere accaduto ai Democratici di Sinistra e a La Margherita. L’esperienza dell’Ulivo e poi dell’Unione ha avvicinato questi due partiti di centro-sinistra fino al punto da intraprendere un progetto di fusione. Alcuni hanno definito tale operazione una fusione fredda, altri non la credono ancora possibile, eppure il 17 ottobre 2007 è stato eletto il primo segretario del Partito Democratico e sono trascorsi più di due anni e mezzo dalla sua fondazione.  Tra ostacoli organizzativi e culturali, fughe, sconfitte elettorali politiche e amministrative, portare a termine tale progetto si è rivelata un’operazione piuttosto difficile.

La fusione tra partiti, infatti, è una scelta strategica abbastanza rara e senza dubbio tra le più pericolose, specie in quei sistemi partitici che sono caratterizzati dalla tendenza alle scissioni e alla frammentazione.

Ma come il fenomeno della fusione nucleare si verifica proprio perché la forza nucleare di attrazione supera la forza di repulsione, dopo ben dodici anni di gestazione, l’obiettivo di razionalizzare il sistema partitico italiano e la necessità di sopravvivere alla congiuntura politica, hanno superato il timore di affrontare l’unificazione dei riformismi moderati di DS e Margherita.

Il centrosinistra è lo schieramento politico che il Partito Democratico si propone di rappresentare. Cultura politica e organizzativa, alla base dei fondamenti di quest’ultimo, nascono propriamente nel Dopoguerra, ma si collocano precisamente all’interno della tendenza di lungo periodo del sistema politico italiano sviluppandosi attraverso una progressiva aggregazione al centro di forze nuove. Democratici di Sinistra e La Margherita sono infatti gli eredi di due partiti storici italiani, rispettivamente il Partito comunista italiano e la Democrazia Cristiana. Entrambi hanno vissuto una transizione lunga e contrastata, trasformazioni e rimodulazioni, rinnovamenti e scissioni. L’arretratezza ideologica, organizzativa e culturale di questi partiti storici non resiste alle spinte della modernità. Con la caduta del Muro di Berlino il Pci abbandona le sue spoglie e si ridefinisce alla luce delle nuove sfide (vd. Democratici di Sinistra: la transizione Pci/PDS/DS). La Balena Bianca, invece, in declino già dal 1974[1], non capace di una efficace manovra autoriformatrice, dà vita a numerose gemmazioni e scissioni, i cosiddetti partiti “postdemocristiani” (Vd. La Margherita: la transizione demo-cristiana).

Ora vive un nuovo soggetto politico che però ancora stenta a trovare un’identità ben definita, ma che oramai possiede già una storia, che non è solo quella dei due partiti di origine. La storia si sà, produce identità!

Marina Ripoli


[1] Referendum sul divorzio, dove la Dc subisce una sconfitta bruciante.

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