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Strategia “Ghe pensi mi”

Quanti grattacapi per il premier: Brancher, la manovra economica, la protesta delle Regioni, il nodo delle intercettazioni, i rapporti istituzionali con il Quirinale, i rapporti con Fini, con la Lega, la gestione del PDL, l’avanzata di un fantomatico Terzo Polo. Beh… “Meno male che Silvio c’è!”.

Ed infatti, prima che tutto potesse sfuggirgli di mano, il Presidente del Consiglio decide di intervenire!

Niente di nuovo sotto il sole, insomma… L’impeto di superomismo del Cavaliere è in linea con la sua immagine e con le sue strategie elettorali. Berlusconi, d’altronde, non è mai stato un esempio di leadership partecipativa[1], non ama delegare… Lui fa tutto da solo e il “Ghe pensi mi” del premier, come la campagna acquisti presso la squadra dei finiani[2], ne sono solo una dimostrazione. 

Questo suo intervento così imponente, in moltissimi ambiti della politica di Governo e della politica interna al PDL, implica però un indebolimento della credibilità della sua squadra.

Quando infatti un leader scende in campo in prima persona, invadendo ogni ambito… Viene intaccata la credibilità dei suoi collaboratori. Ciò, probabilmente, passa in secondo piano, rispetto agli interessi in campo e all’emergenza dei problemi da risolvere. Tra questi ultimi, il più grave è il continuo conflitto interno al partito del Popolo della Libertà. I rapporti con Fini, oramai, sono alle strette. Anche Letta non è riuscito a ricucire. Lo scenario che si profila è sempre più teso e difficile. Nel frattempo Berlusconi si appresta ad azzerare ogni tipo di corrente e fondazione all’interno della formazione politica. Ne concede la sopravvivenza solo per lo svolgimento di iniziative culturali. Di personalismi, in pratica, non ne vuol sentir neanche lontanamente parlare… basta il suo! 

Ora come ora, visto lo scollamento interno, il premier dovrebbe perciò concentrarsi sul rafforzamento dell’alleanza con la Lega, che però potrebbe iniziare a traballare, se il tanto agognato federalismo non verrà attuato. Della situazione approfittano i partiti di centro che fanno circolare l’idea di un Terzo Polo che sconvolga gli equilibri attuali del sistema partitico italiano.

La strategia del “Ghe pensi mi” dovrebbe preoccuparsi anche di questo.

 

Marina Ripoli

 


[1] K. Lewin e R. Likert.

[2] Dei tentativi di Berlusconi di fare campagna acquisti presso la corrente finiana avrebbe parlato lo stesso presidente della camera, raccontando che il premier “li chiama uno ad uno, persino quelli che l’hanno visto solo in fotografia, e gli dice: io e te dobbiamo parlare, vienimi a trovare”.

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